30.4.16

Vietnam - Hanoi

Ad Hanoi, per le prime tre notti, ho scelto di alloggiare presso un privato trovato con airbnb ad un prezzo davvero vantaggioso, con il proprietario ho anche fissato il trasporto dall'aeroporto a casa sua, per fortuna aggiungerei, dato che la casa si trova nel mezzo di un dedalo di stradine in una zona non centrale.
Volevo avere da subito un contatto diretto e approfittare anche della loro gentilezza per avere le informazioni base su come muovermi in città, sia dal punto di vista pratico sia per le cose eventualmente da vedere.
La camera, seppur spartana, mi ha salvato dal caos della città, davvero devastante, permettendomi di riposare ed avere tranquillità assoluta anche se la prima sera, tornando al buio, ho dovuto fare appello a tutto il mio senso di orientamento per ritrovare la via di casa.
Come trucco fotografo il nome della via e mi prendo alcuni punti di riferimento, tipo "alla poltrona abbandonata gira a sinistra e dopo il circolo con la foto di Ho Ci Min a destra", tutto bene anche se al terzo giorno la poltrona non c'era più, ma ormai andavo alla grande.

Hanoi è bella e contiene tante città, la periferia caotica ed immensa, l'affascinante Old quartier, dedalo di stradine e migliaia di botteghe, confusione e tanta vita quotidiana, dura direi, ma genuina.
E poi il quartiere francese, elegante con grandi viali e giardini (dove una sera ho visto una coppia ballare il tango argentino, visione Felliniana e inaspettata) negozi di alto livello e ristoranti per turisti e borghesia locale.
Ho camminato, come al solito, per ore e ore, cercando di rispettare un minimo di programma ma alla fine ho ceduto al fascino irresistibile del girovagare senza meta dedicandomi a guardare e a fotografare di tutto, non appena scoperta la gentilissima disponibilità dei vietnamiti a farsi fotografare senza nessun tipo di problema.
Sono persone serene, certamente non sono stressati come possiamo essere noi, e la loro genuinità nasce dall'essere lontani anni luce dalle nostre dinamiche e dalle nostre paure verso gli altri. Una atmosfera che per qualche ora ti allontana dal ricordo di quello che siamo diventati portandoti ad invidiare questa serena capacità di sorridere anche allo straniero incontrato casualmente per strada.

Primo passo per visitare la città è scoprire come attraversare la strada, studiare il traffico che vive di una sola regola principale, ovvero che non c'è nessuna regola, anche se devo ammettere che almeno ai semafori rossi si fermano e quindi li si può attraversare, non appena ne trovi uno. Bisogna diventare incoscienti e confidare nel santo patrono degli ardimentosi, cominciare ad attraversare senza fermarsi e a muso duro. Ho capito che non esistono precedenze, contromano, divieti di svolta sensi di marcia e null'altro del più selvaggio dei codici stradali, una lezione utile per i giorni successivi quando mi sarei trovato in mezzo al traffico con lo scooter noleggiato. Devo anche dire, ad onor del vero, che in due settimane non ho visto neanche un incidente, un tamponamento, niente.
Credo che i venditori di scooter siano le persone in assoluto più ricche del Vietnam, impossibile contarli, sciami di motorini che arrivano da tutte le parti, portando di tutto, dall'intera famiglia a travi in ferro lunghe due volte il motorino stesso, o carichi fino all'inverosimile di merce da vendere.

Secondo passo cercare di assuefarsi al rumore incessante dei clacson, suonati senza nessun motivo o per dire " ci sono anche io!" o per chissà quale motivo incomprensibile. Missione fallita.

Terzo passo cercare di capire come possano sopravvivere più di una settimana respirando l'aria della città. E' vero che moltissimi si sono dotati di mascherine ma molti girano liberamente, bambini compresi senza niente a filtrare l'odore acro di olio e gasolio bruciati in mezzi che certamente hanno partecipato alla liberazione di Saigon.
Io so che dopo poche ore avevo la gola irritata e un leggero mal di testa, ma nonostante tutto non mi sono lasciato travolgere ed ho finalmente iniziato a gustarmi questo viaggio.
Il Vietnam!







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